Il 25% degli adulti lo ha subito nel corso della vita. Nei bambini la frequenza varia dal 20% al 15% e le cause vanno dal gioco 56%, alle attività sportive, il 21%, da incidenti stradali, l’11% da atti di violenza. Stiamo parlando di un evento traumatico che coinvolge quello che viene definito dagli specialisti il distretto dento-oro-facciale. I denti più colpiti sono gli incisivi centrali ( 50%) ed i laterali superiori, (30%) sia decidui che permanenti. Percentuali significative che ci portano ad approfondire questo tema con il dottor Nicola Tottolo, odontoiatra perfezionato in chirurgia orale. Questo evento ci coglie spesso impreparati, ma possiamo fare molto al fine di limitare in maniera significativa i danni. Chi subisce un trauma dentale, ci dice il dottor Tottolo, è naturalmente trafelato appena l’incidente è accaduto e spesso, data la situazione, non agisce correttamente soprattutto se si tratta di bambini. Anche gli adulti spesso ignorano l’importanza di compiere dei semplici passaggi che possono fare molta differenza in termini di prognosi.
Manca una informazione chiara e diffusa.
Tempestività, recupero e conservazione sono i tre passaggi chiave per contenere i danni.
Dottore, qual è la prima cosa che bisogna fare in caso di trauma ai denti con relativa caduta o rottura?
“E’ necessario intanto gestire l’aspetto psicologico, soprattutto se si tratta di bambini e tranquillizzare l’infortunato. Se presente sanguinamento, con un fazzoletto od un asciugamano, si può delicatamente tamponare la zona lesa. E’ poi importante prendersi del tempo per cercare di capire approssimativamente l’entità del danno ed è fondamentale raccogliere (quando il luogo del trauma lo consente) eventuali frammenti di denti o anche denti interi caduti. Spesso le persone arrivano nello studio medico di corsa, nemmeno pensando di raccogliere eventuali frammenti o denti, convinti che non abbia senso farlo. Se si nota che i denti si sono spostati non cercare di riposizionarli da soli.”
Una volta trovato il dente, come dobbiamo conservarlo fino all’arrivo dal dentista?
“Il dente e il tessuto che circonda la radice (legamento parodontale) contengono una percentuale di acqua che, per quanto bassa, è comunque significativa e mantiene vive le cellule. Dobbiamo avere cura di mantenerlo in un ambiente liquido. Appena recuperato il dente o il frammento, dunque, andrebbe conservato in soluzione fisiologica sterile (se disponibile) in alternativa acqua o latte. Se non dovesse esserci nessun liquido, una buona soluzione è la saliva, quindi metterlo in bocca. È bene specificare che bisogna evitare di immergerlo in bevante colorate (coca cola, succhi, etc). Molto spesso i pazienti giungono in studio senza aver nemmeno pensato di poter portare i denti persi o i frammenti e chi ci pensa li avvolge in un fazzoletto o li infila in tasca, niente di peggio. Un dente mantenuto correttamente in un liquido e reimpiantato entro 2-3 ore ha ottime possibilità di essere mantenuto.” Il dente caduto, dunque non va pulito. Ci penserà lo specialista a detergerlo con apposite procedure al fine di mantenere la vitalità cellulare e quindi aumentare la probabilità di guarigione. Per i frammenti non è cosi indispensabile l’ambiente liquido, ma è comunque utile mantenere l’idratazione perché facilita le manovre di reincollaggio. Ebbene sì, i frammenti si possono rincollare garantendo un risultato funzionale ed estetico eccellente.
Esiste un tempo minimo in cui raggiungere le strutture mediche?
“Le tempistiche legate alla vitalità del dente possono variare, ma consigliamo di raggiungere le strutture mediche il prima possibile, entro le tre ore, dopo aver cercato eventuali denti e frammenti.”
Il messaggio è chiaro: i denti che si spostano, si possono riposizionare. I denti persi si possono reimpiantare. I frammenti si possono rincollare.
Una volta compiuti correttamente i passaggi e arrivati dal dentista cosa succede?
“Uno studio dentistico professionale deve spostare gli appuntamenti della giornata per ricevere un’ urgenza traumatologica. Dopo aver tranquillizzato il paziente, si procede con l’anamnesi. Verranno poste alcune domande per capire il luogo dell’incidente (scuola, casa, palestra, strada, ecc.) , la causa del trauma (caduta accidentale, incidente stradale, aggressione, ecc.) , la dinamica e l’ orario, il tempo intercorso tra l’evento traumatico e il primo soccorso, i segni e i sintomi riferiti e l’ eventuale recupero dell’elemento/i o frammento/i dentali coinvolti e la modalità di conservazione. L’odontoiatra deve valutare tutti i segni clinici che possono far pensare anche ad un trauma cranico o cervicale, eventuali alterazioni della dinamica mandibolare (ridotta apertura orale, deviazioni, in apertura) indicative di coinvolgimento dell’articolazione temporo-mandibolare. La presenza di lacerazioni ed abrasioni dei tessuti molli sia esterni che interni. Vengono eseguite delle radiografie ed una serie di test a denti e articolazione. Si procede poi con le manovre volte al ripristino dell’integrità di tessuti molli ( ad esempio possono essere necessari dei punti di sutura) e dei denti (reimpianti, incollaggio di frammenti, etc.). I denti reimpiantati o riposizionati vengono mantenuti in sede con sistemi di fissazione semirigidi per 2-4 settimane. Naturalmente se sussistono consistenti danni al volto con interessamento delle ossa si consiglia di andare in ospedale nel reparto di chirurgia maxillo facciale. E’ sempre consigliabile un controllo delle vaccinazioni soprattutto quando l’infortunio sia avvenuto in un giardino o posto pubblico, è meglio procedere ad esempio con un richiamo dell’antitetanica.”
Prevenire è meglio che curare.
E’ opportuno utilizzare caschi, maschere facciali o paradenti (meglio se personalizzati) tutte le volte che si praticano sport da contatto o dove è facile subire cadute. Personalmente ritengo, ad esempio, che non sarebbe sbagliato utilizzare un casco con mentoniera anche nel ciclismo e indossare magari un paradenti. Può sembrare esagerato, ma pensate ad una caduta in avanti che effetti può avere sul viso. Naturalmente non possiamo far giocare i bambini o mandarli a scuola con casco e paradenti, ma qualche riflessione in più è bene farla. Preserviamo i nostri denti, servono per mangiare, ma cerchiamo di usarli anche per sorridere, magari un po’ di più…